Sec. XV
Nella seconda metà del XV secolo i regnanti moscoviti si resero conto che la trasformazione della Moscovia in uno Stato moderno sarebbe stata possibile solo con l’acquisizione delle nuove tecnologie occidentali. Si dovette, però, attendere il matrimonio di Ivan III con Sofia Paleologo (1472) per allacciare rapporti duraturi con la penisola italiana. In quegli anni giunsero a Mosca Aristotele Fioravanti (1474) e, in seguito, numerosi altri architetti e ingegneri che costruirono fortificazioni, a cominciare dalle mura del Cremlino di Mosca, chiese e palazzi, fusero cannoni e campane e batterono moneta nella zecca. L’apporto di questi esponenti del rinascimento in Moscovia fu fondamentale per la modernizzazione del paese, consentendole di procedere nel processo di centralizzazione, in particolare con la sottomissione di Novgorod e l’espansione territoriale nel khanato tataro. Attraverso la Moscovia anche i mercanti italiani speravano di poter ricostruire i rapporti con l’Oriente, ostacolati dalla conquista turca di Costantinopoli e dalla perdita del controllo del mar Nero. La presenza degli italiani, tuttavia, non favorì l’unione ecclesiastica con Roma, come sperava la curia pontificia, e neppure determinò l’assimilazione del rinascimento anche se segnò l’ingresso della nuova cultura occidentale in Russia, soprattutto con la diffusione di competenze e tecnologie civili e militari, pur conservando le forme tradizionali. Lo testimonia, ad esempio, l’edificazione della cattedrale della Dormizione (corrispondente alla nostra Assunzione) al Cremlino: pur costruita da un architetto occidentale con le tecniche costruttive occidentali, la chiesa fu eretta seguendo i canoni tradizionali delle chiese medievali bizantine.
Bibliografia: G. Barbieri, Milano e Mosca nella politica del Rinascimento, Bari 1957; D. Švidkovskij, Mosca e l’architettura del Rinascimento, in Id. (a cura di), Mille anni di architettura italiana in Russia, Torino-Mosca 2013, pp. 59-111.