Sec. XII-XIX
Il Canto della schiera di Igor, che risale presumibilmente alla fine del XII secolo, rappresenta l’unico poema epico del medioevo letterario slavo orientale. L’opera narra la fallita campagna militare del principe Igor’ Svjatoslavič contro i cumani (1185), ed esprime la preoccupazione per l’integrità della Rus’, minacciata dai popoli della steppa. Il manoscritto, rinvenuto nel monastero Spaso-Preobraženskij di Jaroslavl’, fu acquisito dal conte A. Musin-Puškin tra il 1788 e il 1789. L’originale, perduto nell’incendio scoppiato a Mosca nel 1812, fu riprodotto in due versioni, una uscita nel 1800, a cura di Musin-Puškin, e l’altra, basata sulla copia realizzata nel 1795 per l’imperatrice Caterina II (1865, 1889). La questione della trasmissione del testo rimane a oggi oscura e per molto tempo ha avuto una certa risonanza l’ipotesi che si trattasse di un falso creato nel XVIII secolo, anche se oggi la critica lo considera in generale autentico. Lo slavista ceco V. Hanka (1791-1861) attinse al materiale linguistico-letterario del Canto, da lui tradotto nel 1821, per la fabbricazione di manoscritti in antico ceco, i codici Královédvorský e Zelenohorský. Le falsificazioni di Hanka, che in seguito suscitarono vivaci polemiche, riflettevano il clima di rinascita della coscienza nazionale ceca e le visioni panslaviste dell’epoca.
Bibliografia: F. Thomson, Joseph Dobrowsky and the “Slovo o Polku Igoreve”, in “Slavia”, LXXVI, 2007, pp. 241-338; A. A. Zaliznjak, “Slovo o Polku Igoreve”: vzgljad lingvista, Moskva 2007.