La ricerca scientifica di František Dvorník, slavista e bizantinista di origine morava, continua a essere punto di riferimento basilare per gli studiosi che si occupano del mondo slavo nel IX secolo. La sua storia degli Slavi - dalle origini fino al XIX secolo – manuale prezioso che lo storico compose come valido strumento didattico dopo una intensa esperienza accademica tra il 1951 e il 1956 presso l’università di Harvard e che in pochi decenni venne tradotto nelle lingue più diffuse, rappresenta ancora uno dei più completi testi di riferimento assegnati ai corsi universitari di slavistica di tutto il mondo.
Risulta
però faticoso rintracciare materiali biografici che consentano di
inquadrare storicamente e culturalmente lo studioso e la sua ricerca.
Notizie scarne e prive di qualsiasi problematicità compaiono sul
necrologio, curato da Vladimír Vavřínek e pubblicato nel 1976 in Byzantinoslavica:
la rivista praghese non poteva infatti tacere la notizia della
scomparsa dello storico fondatore, deceduto tra l’altro in patria nel
suo paese natale, ma non osava certo denunciare i probabili abusi e gli
ostacoli alla libertà di espressione e di ricerca che, imposti dal
regime comunista, avevano costretto lo studioso di storia della chiesa
sulla via dell’esilio. Certo è che il percorso biografico di Dvorník fu
davvero ricco e travagliato: sarebbe dunque auspicabile conoscere più
dettagliatamente una vicenda umana e storica che costituisce il
necessario sfondo di una ricerca originale e tutt’ora preziosa.
František Dvorník nacque nel 1893 in Moravia nei pressi di Hostýn; intraprende i suoi primi studi presso la facoltà teologica di Olomouc e viene ordinato prete nel 1916. Al termine della prima guerra mondiale, si trasferì a Praga, capitale del nuovo stato cecoslovacco, per proseguire gli studi presso la facoltà filosofica dell’università di Carlo IV. Allievo di Lubor Niederle (1865-1944) e di Jaroslav Bidlo (1906-1937), ottenne una borsa di studio per Parigi nel 1920 dove inteva approfondire i suoi studi bizantini. In Francia, fu allievo del noto bizantinista Charles Diehl, alla Sorbona e proseguì i suoi studi slavi presso l’ “Institut des Études Slaves”, diretto da André Mazon. Nel 1926, si guadagnò il titolo di docteur-èn-lettres con il saggio finale Les Slaves, Byzance et Rome au IXe siècle . Di ritorno a Praga, ottenne nel 1928 la cattedra di storia della chiesa presso la facoltà filosofica dell’università di Carlo IV. Attivo, è uno dei fondatori della rivista Byzantinoslavica che, dal 1929, raccoglie contributi di bizantinisti e slavisti specializzati di Medioevo; comparve inoltre tra i primi membri associati all’Istituto di slavistica (Slovanský ústav), fondato a Praga negli anni 20 del XX secolo. Collaborò con l’Accademia di Velehrad, istituto che favoriva e finanziava l’avanzamento della ricerca cirillometodiana per promuovere il dialogo e l’incontro tra la chiesa cattolica e le chiese orientali. Tra la fine degli anni 20 e i primi anni 30, Dvorník proseguì le sue ricerche sulle relazioni politiche e culturali tra slavi e mondo bizantino e nel 1933 pubblicò la sua monografia sulle vite paleoslave di Costantino e Metodio, provvista di una traduzione in francese dei due testi agiografici, che gli porterà fama internazionale : personalmente, si impegnò a far conoscere i risultati delle sue ricerche, mantenendo regolari contatti con colleghi e istituti stranieri e partecipando attivamente a congressi internazionali di studiosi.
Dedicò gli anni immediatamente successivi alla pubblicazione della monografia su Costantino e Metodio ad alcune delle principali questioni della storia della chiesa, occupandosi in primo luogo delle relazioni tra chiese e inizia a progettare un saggio sulla figura di Fozio . L’occupazione nazista della Cecoslovacchia, nella primavera del 1939, lo sorprese a Parigi. Trascorse gli anni della guerra in Inghilterra e nel 1948 ricevette l’invito di raggiungere il Dumbarton Oaks Center per gli studi bizantini presso Washington in qualità di Visiting Scholar. Accolto tra i membri regolari della facoltà l’anno successivo, Dvorník proseguì le sue ricerche e si dedicò all’attività didattica. Dal 1963, lo storico ceco, ormai cittadino americano, ottenne il permesso di tornare in patria. Le visite, regolari, gli consentirono di ricucire contatti con il gruppo di Byzantinoslavica; in Cecoslovacchia, comunque, uscirono solo in parte i suoi scritti né si tradussero le sue opere più significative. Morì il 4 novembre del 1975 nel suo paese natale. Escluso dal mondo scientifico ceco di matrice comunista, - colpevole di essere prete, studioso di storia ecclesiastica, legato alla tradizione dell’Accademia di Velehrad - Dvorník tornò a essere autore di riferimento anche per gli storici cechi soltanto dopo il 1989. Per onorare la sua memoria, nel 1992, gli viene conferito post mortem il titolo “Tomáš Gataryk Masaryk”.
V. Vavřínek, Nécrologies. Francis Dvorník (1893-1975), «Byzantinoslavica» 37, 2 (1976), pp.233-236.
Bibliografia cronologica di alcuni dei testi più significativi della ricca produzione di Dvorník con indicazione di alcune delle più note traduzioni in lingua italiana, tedesca, francese e inglese
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