Ultimo aggiornamento: 09 January 2023
Scheda a cura di: Averincev S. S.
«L'arte verbale della Bibbia e la letteratura della Grecia fecero in tempo a vivere epoche di massima fioritura - i tempi di Isaia ed Ezechiele, di Omero e Sofocle - senza però riuscire ad incontrarsi. Nel momento in cui finalmente i giudei ebbero l'occasione di sentire parlare di Euripide e di Platone, e gli elleni della Legge e dei profeti, entrambi i principi creativi avevano già raggiunto il massimo grado di chiarezza e di elaborazione. I contrasti erano stati chiariti; ora poteva avere inizio il dramma della loro interazione».
Gli studi, le scoperte e le decifrazioni più recenti non hanno solamente arricchito le nostre conoscenze sulle letterature greca e del Vicino Oriente antico: più radicalmente, essi hanno fatto giustizia d'ogni presuntuoso etnocentrismo, che a cuor leggero amava dividere i popoli in «creativi» e «non creativi ». Non basta: essi hanno anche manomesso ogni visione «stadiale» che leggeva il percorso culturale ellenico come un «andare oltre» nel cammino, a suo modo universale e progressivo, di un unico concetto di letteratura. Averincev dimostra invece che Atene e Gerusalemme furono il risultato di due processi culturali differenti, che da un unico punto iniziale si sono separati prendendo due diverse direzioni. Lontano da qualunque valutazione qualitativa dell'elaborazione teorica, attraverso una rigorosa ricostruzione delle tipologie espressive e umane - il saggio e il profeta, il filosofo e il letterato consapevoli della propria autonomia - Averincev ci guida in un viaggio lucido e seducente tra Atene e Gerusalemme, tra l'invenzione della letteratura e la costruzione della tradizione, tra le personalità straordinarie del mondo ebraico e le individualità altrettanto eccezionali del mondo ellenico.
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