Sec. IX-X
Tra le figure più significative nella storia del cristianesimo nei Balcani, discepolo di Costantino-Cirillo e Metodio, Clemente di Ocrida (anni Trenta del IX secolo-916) partecipò alla missione nella Grande Moravia e in seguito fu tra i più intimi collaboratori di Metodio, contribuendo alla nascita della liturgia bizantino-slava e alla traduzione dei testi sacri. Dopo la morte di Metodio (885), assieme ai condiscepoli Naum e Angelarij (che morì poco dopo), si recò a Pliska, alla corte di Boris. Dopo un anno circa, fu inviato nella regione di Ocrida, recentemente annessa all’impero bulgaro e la cui popolazione era stata cristianizzata dal clero greco. A Ocrida, Clemente fondò il monastero di San Pantaleone (Panteleimon, Panteleèmonos). Con l’avvento al trono di Simeone, figlio di Boris, Clemente diventò il primo vescovo di lingua slava dell’impero bulgaro (893/894). Continuò a preoccuparsi della diffusione del cristianesimo fra la popolazione e soprattutto a formare una generazione di chierici e a proseguire l’opera di traduzione dei maestri (sembra che a Clemente, Naum e Costantino di Preslav si debba la traduzione di alcuni libri liturgici, fra cui il Meneo, con le Vite dei santi, e almeno parte del Triodio, che contiene una serie di inni). Fu anche autore prolifico: sono numerose le opere letterarie che gli vengono attribuite, prevalentemente sermoni, composizioni innografiche e agiografie (resta però dubbia l’attribuzione a Clemente della Vita di Costantino e della Vita di Metodio). La fonte più importante sul presule è la biografia composta in greco dall’arcivescovo Teofilatto di Ocrida (†1107).
Bibliografia: Kliment Ochridski, Săbrani săčinenija, i-iii, a cura di B. St. Angelov, K. M. Kuev, Chr. Kodov, Sofija 1970-77; K. Stantchev, M. Calusio (a cura di), San Clemente di Ocrida: allievo e maestro. Nell’undicesimo centenario del beato transito (916-2016), “Slavica Ambrosiana”, 7, Milano-Roma 2017.