Sec. VII-XV

Tra le fonti che ci permettono di ricostruire la storia delle origini della prima civiltà degli slavi si annovera la testimonianza delle lingue slave moderne, a partire dalle quali è possibile reperire un patrimonio lessicale slavo comune che testimonia l’iniziale unità culturale di questa civiltà. Si ritiene che l’eredità culturale della comunità delle origini consti di circa 1.700 vocaboli comuni (o con leggere variazioni fonetiche, formali o semantiche). Il 90% di tali vocaboli descrive i diversi aspetti della vita dell’uomo e del quotidiano, mentre il restante 10% concerne la sfera religiosa e spirituale. In particolare il vocabolario slavo comune può essere raccolto in dieci ambiti semantici. Ne offriamo alcuni esempi tratti nell’ordine, salvo diversa indicazione, dalla lingua russa, ceca e bulgara:

• le parti del corpo e gli organi interni: testa – голова, hlava, глава; cuore – сердце, srdce, сърце;

• l’ambiente circostante: terra – земля, země, земя;

• i metalli: oro – золото, zlato, злато;

• il trascorrere del tempo e le variazioni climatiche: inverno – зима, zima, зима;

• la vegetazione di alto fusto: gli slavi non conoscevano il faggio, il larice e il tasso, ai quali dettero un nome solo all’epoca delle migrazioni (faggio – бук, buk, бук dal germanico), ma sapevano riconoscere la betulla, la quercia e l’abete (betulla – берёза, bříza, бреза);

• le colture: orzo – ячмень, ječmen, ечемик; gli attrezzi necessari alla coltivazione: zappa – мотуга, motyka, мотика;

• gli animali: orso – медведь, medvěd, мечка;

• l’alimentazione: latte – молоко, mleko, мляко; gli accessori della casa: tavolo – стол, stůl, cr.-ser. stol;

• le relazioni di parentela: cognato, fratello del marito – rus. деверь, bulg. девер.

A questi si debbono aggiungere i termini afferenti alla sfera spirituale che designano le nozioni fondamentali di bene e male, amore e odio, giustizia e vendetta (ad es. bene – добро, dobro, добро). 

Bibliografia: Derksen (2008).


By: Romoli F.
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