Sec. XVI-XVII
In seguito alla sconfitta subita dall’esercito ungherese a Mohács (1526), gruppi di cattolici croati e bosniaci (cui si unirono anche numerosi serbi) fuggirono in territorio austriaco, dando così origine a milizie irregolari che passarono alla storia con il nome di “uscocchi” (cr.-ser. ùskoci, sing. ùskok, dal cr.-ser. uskòčiti, “saltare dentro”, da cui “disertare”). Inizialmente si stabilirono nella fortezza di Klis (sulla costa dalmata meridionale), dove al servizio del capitano Petar Kružić (1491-1537) intrapresero numerose azioni di guerriglia contro i reparti ottomani, spesso accompagnate da indiscriminati atti di pirateria nel mar Adriatico. Dopo la morte di Kružić e la conquista turca di Klis, gli uscocchi spostarono la loro base più a nord, nella fortezza di Nehaj (Senj), da dove continuarono le loro operazioni. In seguito alla tregua del 1539 tra Venezia e la Sublime Porta, bersaglio privilegiato dei loro attacchi divennero i possedimenti veneziani in Dalmazia, in particolare le isole di Veglia (Krk), Arbe (Rab) e Pago (Pag). La tolleranza mostrata dall’Austria nei confronti delle scorrerie uscocche condusse alla cosiddetta guerra di Gradisca (1615-18), che vide Austria e Spagna contrapposte a Venezia, Olanda e Inghilterra. In seguito al Trattato di Madrid (1617), che pose fine alle ostilità, i reparti uscocchi furono sciolti e i loro membri costretti a trasferirsi nelle regioni interne della Croazia, soprattutto nei pressi del monte Žumberak (in particolare a Karlovac).
Bibliografia: S. Smitran, Gli uscocchi. Pirati, ribelli, guerrieri tra gli imperi ottomano e asburgico e la Repubblica di Venezia, Venezia 2008; D. Vuksić, Žumberački uskoci. Unijaćenje i odnarođivanje, Zagreb 2015.