Ба́ба-Яга́ Baba Yaga Sec. --
La Baba-Jaga è il personaggio più popolare delle fiabe russe e l’unico che sia conosciuto in tutto il mondo slavo (come figura fiabesca e mitica). È una strega, talvolta per lo più benefica, malgrado il suo orribile aspetto, altre volte però appare animata da una ferocia implacabile. Raramente il suo corpo è integro: sovente ha una gamba sola (o una gamba in decomposizione); è sporca in tutto il corpo (e se ne duole): ha gli occhi appiccicati, i denti neri e affilati; è onniveggente (ha uno specchio magico che tutto vede) e cannibale (sebbene le sue vittime riescano per lo più a salvarsi). Vive nella foresta, in un’isba che si regge su zampe di gallina (e che talvolta gira ininterrottamente su sé stessa); l’isba, pur non essendo chiusa, non offre ingresso, e si volta (o si ferma) solo su esplicita richiesta dell’eroe, per consentirne l’ingresso. È la casa di una divoratrice di uomini: la staccionata è fatta di ossa umane e varie parti anatomiche (braccia, gambe, occhi, teste, capelli) ne arredano gli interni. Non sempre la Baba-Jaga è chiamata con il suo nome (può non essere nominata affatto, o chiamata semplicemente vecchia o vecchietta), può avere dei sostituti maschili (vecchi sciancati o pelosi), o essere sostituita da mostri zoomorfi (serpenti, draghi, cavalli). La resero famosa le fiabe della tradizione russa diventate accessibili grazie al lavoro di raccolta intrapreso del celebre folclorista A.N. Afanas’ev (1826-1871), che fra il 1856 e il 1864 ne pubblicò ben otto volumi.
Bibliografia: E. Gasparini, Il matriarcato slavo. Antropologia culturale dei protoslavi, Firenze 1973 (rist. con addenda, 3 voll., Firenze 2010), p. 634 ss.; N.I. Tolstoj, Slavjanskie drevnosti. Etnolingvisticeskij slovar’, 5 voll., Moskva 1995-2012, s.v..