Cazari

Sec. VIII-IX

Negli anni in cui i franchi di Carlo Martello fermavano l’avanzata araba in Occidente (732), un fatto analogo e non meno importante accadeva sulla linea del Caucaso; una popolazione di origini turche, convertitasi di lì a poco all’ebraismo, respinse gli Omayyadi mortificandone le velleità di espansione nell’Est europeo. I cazari, o khazari, furono spinti a ovest dopo la frammentazione del khanato turco occidentale (vi secolo) e costituirono il centro di potere collettivo più vasto e organizzato delle steppe occidentali. Il territorio sotto il loro controllo si estendeva dal Caucaso settentrionale e comprendeva parte dell’Iran settentrionale odierno, l’Ucraina, la Russia sud-occidentale inclusa l’area del Volga a nord del mar Caspio. Per circa tre secoli i cazari divennero un fondamentale tassello della via della seta occidentale dialogando con l’Islam, l’impero bizantino, la Rus’ e l’Europa orientale. La loro parabola subì un consistente ridimensionamento con l’espansione della Rus’ di Kiev di Svjatoslav i, che attaccò lo Stato cazaro conquistandone la capitale Atil (Itil) nel 965 e decretandone di fatto la fine. 

Bibliografia: P. B. Golden, H. Ben-Shammai, A. Róna-Tas (a cura di), The World of the Khazars: New Perspectives, Leiden-Boston (ma) 2007.

Di: Pubblici L.
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