Sec. VII-XV
La cultura umanistica penetrò profondamente in Polonia, come già era avvenuto in Croazia. Nella Dalmazia croata la ricerca delle antiche origini non poneva grandi difficoltà, perché i suoi abitanti si sentivano già eredi degli illiri latinizzati, mentre al di là del limes romano nulla evocava il mondo classico. L’unica realtà che il mondo greco e latino conoscevano nelle grandi pianure dell’Oriente europeo era la popolazione dei sarmati, famosi per la loro abilità di cavalieri. L’immagine del cavaliere che dominava le steppe, di cui parla già Erodoto, in qualche modo venne a fondersi nello Stato polacco-lituano con il mito della cavalleria medievale. Per il nobile polacco si trattava di una spinta ideale, ma anche di una necessità economica, quella di una piccola nobiltà che aveva bisogno di espandersi nei nuovi territori orientali. Nella storia della cultura polacca queste terre presero il nome di kresy e le comunità polacche vi rimasero almeno fino al 1945-46. La città di Leopoli (L’viv, Lwów, L’vov), capitale dell’Ucraina occidentale, pur lontana da Cracovia, è stata per secoli una città polacca, testimoniando quella spinta verso oriente che in genere si riconosce solo al mondo germanico.
Bibliografia: T. Ulewicz, Il problema del sarmatismo nella cultura e nella letteratura polacca, in “Ricerche Slavistiche”, viii, 1960, pp. 126-98.