Sec. X
Venceslao (Vaclav in ceco), nato intorno al 907-908 a Stochov, era figlio del principe di Boemia, Vratislav (†920/921), nipote di Bořivoj, primo esponente della dinastia přemyslide, già convertito al cristianesimo. Probabilmente anche per i buoni uffici della nonna Ludmila, ricevette una buona educazione religiosa, apprendendo sia le lettere latine sia le lettere slave. In Boemia, infatti, progrediva il processo di latinizzazione inizialmente sotto l’influsso della vicina Baviera (sul piano ecclesiastico la Boemia dipendeva dal vescovo di Ratisbona) e, tuttavia, si conservava l’uso dello slavo. Dopo la morte del padre, Venceslao regnò fino alla maggiore età sotto la reggenza della madre. Quando Venceslao, raggiunta la maggiore età, riuscì a sottrarsi alla tutela della madre, l’allontanò dalla corte e fece traslare solennemente le spoglie di Ludmila nella chiesa di San Giorgio a Praga. Nei suoi anni di regno Venceslao cercò di consolidare e allargare i confini della Boemia e di resistere alla pressione del mondo germanico, respingendo le ingerenze bavaresi e instaurando buoni rapporti con la dinastia sassone, in particolare con il re di Germania, Enrico I. Ne è testimonianza la dedicazione a san Vito, patrono dei sassoni, della chiesa che Venceslao volle erigere a Praga, e che più tardi divenne la cattedrale della città. L’opposizione a Venceslao si riuniva intorno al fratello minore Boleslao (Boleslav), che progettò di impadronirsi del trono, uccidendolo. Nel castello di Stará Boleslav, Venceslao fu assalito da sicari e ucciso. Dopo la morte (avvenuta intorno al 929), già durante il regno di Boleslao, le sue reliquie furono traslate a Praga, nella chiesa di San Vito. Il suo culto cominciò rapidamente a diffondersi in tutta la Boemia e nei paesi limitrofi, in area sia slava sia germanica, in ambienti di rito latino e bizantino. Le fonti più antiche per la ricostruzione della vita di Venceslao sono la Leggenda paleoslava e diverse opere in lingua latina. Venceslao, patrono di Boemia, è soprattutto legato alla storia dell’identità ceca. L’affezione del popolo ceco verso la sua figura si è in particolare manifestata in tutte le fasi più critiche della storia ceca. A riguardo, si ricordi la nota piazza di Venceslao a Praga (Václavské Naměstí), dominata proprio dalla statua equestre di Venceslao, che ha raccolto la cittadinanza nei momenti cruciali della storia del XX secolo.
Bibliografia: F. Dvorník, La Vita di san Venceslao, Praga 1929; O. Králik, La leggenda di Laurentius di Montecassino su San Venceslao e il suo modello, in “Ricerche Slavistiche”, VII, 1959, pp. 24-47; I. Wood, The Missionary Life: Saints and Evangelisation of Europe, 400-1050, Harlow 2001, pp. 187-206; uno studio ormai classico sull’inizio della dinastia boema è D. Třeštík, Počátky Přemyslovců. Vstup Čechů do dějin (530-935), Praha 1997.
Вячеслав Чешский
После падения в начале X в. Великоморавской державы под ударами кочевников-венгров одним из преемников кирилло-мефодиевских традиций (не прерванных целиком даже с изгнанием в 885 г. из страны учеников славянских апостолов) стало небольшое Чешское княжество, правитель которого Боривой (Борживой), по преданию, ок. 874 г. был крещен архиепископом Мефодием. В стране наряду с латинской существовала славянская письменность на основе глаголического алфавита и богослужение на славянском языке. С Пражским княжеством ряд исследователей связывает возникновение одного из древнейших памятников славянской письменности — Киевских глаголических листков X—XI вв.; почти единодушно мнение о чешском происхождении Пражских глаголических листков XI—XII вв. Возникший в 1033 г. неподалеку от Праги Сазавский монастырь на протяжении 60 с лишним лет был значительным центром славянской письменности и межславянских культурных связей.
A.A. Турилов
http://lib.pushkinskijdom.ru/Default.aspx?tabid=2168